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Il Debitore è in Crisi? Guida per il "Creditore Intelligente" nel Nuovo Codice (CCII)

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Il Debitore è in Crisi? Guida per il Creditore Intelligente nel Nuovo Codice


Dalla composizione negoziata agli accordi di ristrutturazione: come navigare il Codice della Crisi d'Impresa (CCII) per tutelare i propri crediti

Quando un'impresa cliente entra in uno stato di crisi, il creditore si trova a un bivio strategico. L'istinto potrebbe essere quello di avviare immediatamente azioni esecutive per tentare di recuperare il più possibile prima che la situazione precipiti. Tuttavia, il Codice della Crisi d'Impresa e dell'Insolvenza (CCII), introdotto con il D.Lgs. 14/2019 e successivamente aggiornato, ha profondamente modificato questo scenario. Il legislatore ha spostato il focus dalla liquidazione fallimentare alla conservazione del valore aziendale e al risanamento, trasformando il creditore da mero avversario a stakeholder del processo di ristrutturazione. Comprendere i nuovi strumenti e i nuovi doveri è fondamentale per tutelare i propri interessi in modo efficace e costruttivo.

La Composizione Negoziata: Obblighi e Opportunità

Lo strumento più innovativo introdotto dal CCII è la composizione negoziata della crisi (art. 12 e ss. CCII). Si tratta di un percorso stragiudiziale, confidenziale e volontario, in cui un esperto indipendente facilita le trattative tra l'imprenditore in difficoltà e i suoi creditori per trovare una soluzione idonea al superamento della crisi.

Per i creditori, questo strumento comporta un cambiamento radicale di prospettiva. Il Codice impone loro un "dovere di collaborare lealmente" con il debitore e con l'esperto, partecipando attivamente e in buona fede alle trattative. Inoltre, la legge prevede che il creditore debba valutare la possibilità di una soluzione negoziata prima di intraprendere o proseguire azioni esecutive.

Tuttavia, questo obbligo di collaborazione non è un assegno in bianco. Una fondamentale sentenza del Tribunale di Como del 10 luglio 2025 ha stabilito un principio cardine: la composizione negoziata e le relative misure protettive (come la sospensione delle azioni esecutive) sono ammissibili solo se il piano presentato dal debitore è finalizzato a un effettivo risanamento dell'impresa e non a una mera liquidazione mascherata. Questa pronuncia fornisce al creditore un'arma di valutazione critica. Di fronte a una richiesta di composizione, il creditore ha il diritto-dovere di analizzare la sostenibilità del piano. Se questo appare palesemente irrealistico o meramente liquidatorio, il creditore può legittimamente rifiutare la propria collaborazione e contestare la richiesta di misure protettive, forte di questo importante precedente giurisprudenziale.

La Cassetta degli Attrezzi del Creditore nel CCII

Oltre alla composizione negoziata, il CCII offre un ventaglio di soluzioni per la gestione della crisi, che il creditore deve conoscere per poter negoziare la soluzione più adatta a proteggere il proprio credito :

  • Piani di risanamento attestati: Piani predisposti dall'imprenditore la cui veridicità dei dati e fattibilità è attestata da un professionista indipendente.
  • Accordi di ristrutturazione dei debiti: Contratti stipulati con i creditori che rappresentano almeno il 60% dei crediti, che possono diventare efficaci anche per i creditori non aderenti a determinate condizioni.
  • Convenzioni di moratoria: Accordi volti a una dilazione delle scadenze dei crediti.

Un concetto chiave da comprendere è la prededucibilità dei crediti. I crediti sorti "in funzione" di una procedura di regolazione della crisi (ad esempio, i finanziamenti erogati per sostenere il piano di risanamento) vengono pagati con priorità rispetto a tutti gli altri creditori. Questo meccanismo può incentivare le banche e i fornitori strategici a continuare a sostenere l'impresa durante il percorso di ristrutturazione.

Strategie per il Creditore: Quando Negoziare, Quando Eseguire

Per il creditore, la gestione di un debitore in crisi diventa un'attività di analisi e strategia. Un possibile framework decisionale include:

  1. Fase di Analisi: Non appena si manifestano i primi segnali di difficoltà del debitore, richiedere documenti chiave come il piano industriale, i flussi di cassa prospettici e la situazione debitoria aggiornata per valutare la reale possibilità di risanamento.
  2. Fase di Negoziazione: Se il risanamento è percorribile, partecipare attivamente alle trattative. Non limitarsi a subire le proposte del debitore, ma avanzare richieste costruttive: conversione di parte del credito in strumenti finanziari, richiesta di nuove garanzie, monitoraggio costante sull'implementazione del piano.
  3. Fase di Uscita: Riconoscere tempestivamente quando il piano di risanamento fallisce o si rivela infattibile, per riprendere senza indugio la via esecutiva individuale prima che il patrimonio del debitore si depauperi ulteriormente.

In questo contesto, la citazione di Franklin D. Roosevelt, "La felicità non è nel semplice possesso del denaro. Sta nella gioia del successo, nel brivido dello sforzo creativo" , assume un nuovo significato. Per un creditore moderno, il successo non è solo l'incasso forzoso, ma può anche consistere nel contribuire creativamente a un risanamento che salva un'impresa, preserva un rapporto commerciale e, in ultima analisi, garantisce il recupero del proprio credito in modo sostenibile. Tuttavia, come saggiamente ricorda un brocardo latino,  “Nemo liberalis, nisi liberatus” (nessuno può essere generoso se non è libero da debiti). La collaborazione ha un limite: l'obiettivo primario e legittimo del creditore rimane il recupero del proprio credito, poiché anche la sua salute finanziaria dipende dall'essere, a sua volta, libero da debiti altrui.

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