Il Decreto Infrastrutture 73/2025 modifica il Codice appalti: incentivi ai dirigenti, deroghe urgenti e coordinamento con la protezione civile.

Le novità del Decreto Infrastrutture 73/2025: incentivi ai dirigenti, appalti in emergenza e nuove regole operative per le stazioni appaltanti.

La gestione degli appalti pubblici in situazioni emergenziali subisce un cambio di passo con il Decreto-Legge 20 maggio 2025, n. 73 (c.d. Decreto Infrastrutture), che interviene su vari articoli del D.Lgs. n. 36/2023. Il provvedimento mira a rendere più flessibile e reattiva l’azione della pubblica amministrazione, introducendo deroghe, semplificazioni e nuovi strumenti operativi.

Vediamo cosa stabilisce la nuova disciplina e quali sono le implicazioni concrete per le stazioni appaltanti.

Incentivi alle funzioni tecniche: inclusi anche i dirigenti

Una delle prime novità operative riguarda l’art. 45, comma 4, del Codice dei contratti. Il legislatore amplia la platea dei destinatari degli incentivi alle funzioni tecniche, includendo anche il personale dirigenziale, a condizione che sia coinvolto in specifiche attività.

Questa previsione deroga al principio di onnicomprensività della retribuzione, ma richiede trasparenza: le amministrazioni devono trasmettere informazioni dettagliate agli organi di controllo, contribuendo a una maggiore tracciabilità delle spese.

Emergenze e somma urgenza: cosa cambia con l’art. 140-bis

Il nuovo art. 140-bis introduce un regime speciale per gli affidamenti in emergenza, affiancandosi alla disciplina della somma urgenza già prevista all’art. 140.

La novità più rilevante è l’esplicito riferimento al Codice della protezione civile (D.Lgs. n. 1/2018), che consente di estendere le deroghe anche a eventi non ordinari, come calamità naturali o crisi infrastrutturali. In tali contesti, le soglie, i requisiti e i termini ordinari possono essere sospesi, consentendo una risposta rapida e funzionale.

Affidamenti diretti oltre soglia: quando sono ammessi

L’articolo 225-bis codifica un ulteriore regime derogatorio, che consente l’affidamento diretto anche oltre soglia, in presenza di tre condizioni:

• Emergenza dichiarata;
• Intervento necessario per l’incolumità pubblica o il ripristino di servizi essenziali;
• Termini temporali limitati a massimo 30 giorni.

Si tratta di una deroga significativa, pensata per superare le rigidità procedurali che possono ostacolare l’azione tempestiva della PA. Tuttavia, la misura resta circoscritta a casi eccezionali e richiede una puntuale motivazione da parte della stazione appaltante.

Verifiche antimafia accelerate e centrali di committenza

Con l’introduzione dell’art. 46-bis nel Codice della protezione civile, il legislatore armonizza il quadro normativo, prevedendo due strumenti essenziali per garantire rapidità ed efficienza:

• Procedure accelerate per le verifiche antimafia, da attivare nei casi urgenti per evitare blocchi procedurali;
• Ricorso alle centrali di committenza anche per gli appalti emergenziali, con l’obiettivo di centralizzare competenze e ridurre i margini di errore o contenzioso.

Cosa devono fare le stazioni appaltanti

In sintesi, il Decreto Infrastrutture n. 73/2025 dispone una serie di deroghe e facilitazioni per affrontare situazioni di urgenza, valorizzando l’efficienza della macchina pubblica. Tuttavia, è fondamentale:

• Documentare con precisione i presupposti di emergenza;
• Attenersi alle tempistiche e alle condizioni previste;
• Conservare tutti gli elementi di prova e le motivazioni adottate.

Hai bisogno di un aiuto?

Hai bisogno di chiarimenti su una gara in contesto emergenziale o su come applicare correttamente le nuove disposizioni? Il nostro studio è a disposizione per una consulenza riservata: contattaci e ti guideremo nell’applicazione operativa delle nuove regole, insieme ti guideremo per garantire i tuoi diritti.